Accanto ad ogni uomo che soffre ci deve essere un cristiano che si china

Antonina Lo Schiavo

Nata a San Marco di Castellabate il 01/09/1937 secondogenita di 5 fratelli e 1 sorella. La vocazione antoninasmallmissionaria viene, quando adolescente, in occasione della giornata missionaria , il parroco durate l’omelia domenicale, parla delle missioni e della vita missionaria. Accompagnato da mio padre arrivo in una comunità missionaria dove trascorro 10 anni tra studi e lavoro preparandomi per la missione; una malattia però mi blocca in Italia, allontanando la sperata partenza. Intanto comincio a lavorare con gli ammalati, perfezionando la mia preparazione in “assistente sanitaria” con studi in medicina tropicale (in Belgio e in Spagna).Finalmente il 3 dicembre del 1971, festa di San Francesco Saverio, il vescovo della diocesi di Dungu-Dorume (Repubblica democratica del Congo) mi invita ad andare nella sua diocesi per affidarmi il lebbrosario di Bamunzele con 1427 lebbrosi residenti; rimasi molti anni nel lebbrosario e quella esperienza ha segnato positivamente la mia vita.sostieniciNei primi anni ’90 arrivai a Goma accolta da padre Silvio Turazzi dei Saveriani che aveva fondato una piccola comunità al servizio della Chiesa locale prendendosi cura dei carcerati, dei bambini malnutriti, degli handicappati e dei ragazzi e ragazze di strada. Attualmente io mi occupo del recupero delle ragazze e della promozione professionale delle stesse gestendo l’”Hatelier Nazareth” dove sono iscritte circa 500 giovani donne a cui si insegna l’alfabetizzazione di base e il mestiere di sarta.Gli altri membri della piccola comunità (tutti italiani) sono una coppia sposata che si prende cura dei bambini e dei ragazzi di strada e una laica che si occupa dei malati di AIDS.

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